Social Media Stoicism
Cosa direbbero Zenone, Crisippo, Seneca, Epitteto e Marco Aurelio se avessero dei profili social?
Invia una mail a fpietrob96@gmail.com per acquistare la tua copia a 15 euro, spese di spedizione incluse!
di Sara Ricci
Partire o restare come il parlare o morire dell'Heptaméron: ci sono delicate circostanze di vita per cui si pensa che la soluzione sia una bianca o nera presa di posizione. Ma una così netta polarizzazione non può essere una risposta autentica. Così, tra parlare o morire, ciò che conta è l'integrità della verità. Nello stesso modo, come per Ulisse, tra partire o restare ciò che conta è sempre il ritorno.
Nell’orizzonte didattico e pedagogico contemporaneo la classe è pensata soprattutto all’interno di una prospettiva cognitivista. Essa è vista come un elaboratore complesso di informazioni provenienti dall’ambiente (il docente o altre fonti di stimoli). Ogni alunno può svolgere diversi ruoli in base ai compiti affidati. L’obiettivo finale (l’output) è lo sviluppo di una serie di competenze individuali e relazionali che dovrebbero essere misurabili attraverso specifici descrittori. La competenza si manifesterebbe con comportamenti e atteggiamenti identificabili in modo inequivocabile. Il presente articolo contesta l’approccio cognitivista, proponendo un modello biologico che ha il suo centro nel concetto di autopoiesi sviluppato da Francisco Varela e Humberto Maturana.
di Michele Rossi
Da qualche tempo Milano è inebriata da una nuovissima forma di abitazione. Si chiama co-living e rappresenta il futuro per tutti quelli che vorrebbero stare in affitto e vivere tante magiche esperienze... o forse no? Scopriamolo in questa nuova Incursione smart, trendy e cool, proprio come la Madonnina.
di Emma Pivato
La strategia della tensione ha segnato profondamente la storia italiana degli anni Settanta. Le trame che hanno visto intrecciarsi gruppi eversivi, Servizi segreti e P2 sono storia con cui l’Italia non ancora ha finito di fare i conti. La testimonianza del generale Pasquale Notarnicola, raccolta da Angelo Ventrone nel libro Tra le nebbie della P2. Memorie inedite di un capo dei Servizi, di Donzelli editore, getta un nuovo fascio di luce sulle ombre di una stagione terribile che ha scosso la vita democratica del nostro Paese.
La condizione giovanile nella società contemporanea è un tema complesso e delicato. Questo articolo esplora le passioni tristi che affliggono i giovani oggi, le cause culturali e psicologiche di questo malessere e l'importanza di un dialogo intergenerazionale per costruire un futuro migliore.
Una fotografia scattata da un artista di fama internazionale è sfuocata, sì, sfuocata! «Come sarebbe, dovrà esserci un errore» dice un uomo incredulo al Michael Hoppen Gallery di Londra, dove sono esposte le opere di William Klein. Il volto di una donna è raffigurato in movimento, senza permettere che i suoi contorni vengano messi a fuoco dallo spettatore. Che non si lasci definire come l'essenza dell'essere umano? Come quella fotografia di Klein, essa resta indefinibile, apparendo e nascondendosi allo stesso tempo. Non credo sia tanto un azzardo pronunciarsi in questo modo: vivere corrisponderebbe al tentativo mai portato a termine di rispondere alla domanda sul chi siamo.
di Marco Palladino
Aruku Hito di Taniguchi è un manga capace di risvegliare dal torpore la nostra coscienza esistenziale. Delineando i contorni di un’estetica del mistero, il mangaka giapponese ripropone la lezione di Dōgen: ogni attimo, ogni passo del nostro cammino, dischiude la verità originaria dell’illuminazione. La pratica del vuoto è la condizione trascendentale dell’estetica e dell’etica. Essere Buddha significa essere semplicemente un uomo che cammina, consapevole del mistero di esistere.
Il revival degli studi bergsoniani ha portato negli ultimi anni alla riscoperta dei corsi liceali e universitari tenuti dal pensatore francese. Il Bergson-docente non ha forse molto da aggiungere al Bergson-filosofo. Tuttavia sarebbe un errore considerare l’attività didattica come secondaria rispetto a quella teoretica. Lo studio delle lezioni permette di approfondire aspetti importanti della riflessione bergsoniana e di apprezzare lo stile espositivo chiaro e rigoroso di un maestro del pensiero.
In questo articolo si prenderà in esame una breve ma profonda analisi del concetto di genio elaborata dal giovane Bergson nel Corso di psicologia svolto nel Liceo Henri IV tra il 1892 e il 1893.
Come possiamo dialogare e confrontarci in scambi di opinioni costruttivi che alimentino riflessioni e pensieri arricchenti? Come elaborare le informazioni che riceviamo senza cadere in una netta divisione dei fatti narrati. Guelfi o ghibellini, bianco o nero, femmina o maschio, pandoro o panettone, destra o sinistra. La scrittura e l’esposizione degli eventi ormai impongono come consuetudine di schierarsi e scegliere una parte dalla quale stare, inoltre risulta sconveniente cambiare idea in quanto si rischia di essere considerati poco credibili. Ma è davvero così svantaggioso restare in osservazione e scegliere di cogliere le sfumature, farsi accarezzare dalle correnti che ci attraversano?
Un patriottismo italiano favorevole alla pace, alla democrazia, e all’immigrazione, che si distingua nettamente dal nazionalismo antieuropeista, è possibile. L’obiettivo di questo testo è riflettere su un patriottismo ragionevole e adeguato al presente, descrivendone alcuni caratteri e argomentando in suo favore. Con a fondamento una specifica definizione di “identità italiana”.
Come ha avuto inizio l’oblio della verità nell'era della post-verità? Se, come afferma Koyré, la scienza è inseparabile dalla sua storia, è cruciale esplorare i processi che hanno portato alla caduta dell’Astratto, aprendo la strada al Nichilismo e al dominio della vuota Interpretazione.
di Marco Palladino
L’articolo intende presentare le linee fondamentali del pensiero di Dōgen, analizzando dapprima il contesto storico-spirituale nel quale prende forma la dottrina del fondatore del Sōtō Zen, poi soffermandosi sul primo capitolo dell’opera maggiore del maestro giapponese: lo Shōbōgenzō. Il pensiero di Dōgen è un pensiero ancora futuro. Come Meister Eckhart, egli invita ad apprendere l’arte del distacco (dasturaku), a ripensare il rapporto mente-corpo, quello fra pensiero e linguaggio, tra poesia e filosofia, tra pratica e illuminazione.
di Sara Ricci
Mi crederesti se ti dicessi che l’improvvisa e calamitosa scomparsa di una piccola comunità calabro-albanese di circa trecento abitanti è molto strettamente collegata alla crisi climatica e ambientale che travolge sempre più velocemente il globo? Ne parla Vito Teti in Il Risveglio del drago. Cavallerizzo, un paese mondo, tra abbandono e ricostruzione, pubblicato quest'anno da Donzelli Editore.
di Michele Rossi
Coi tempi che corrono, scrivere un saggio come Grazie, Occidente! di Rampini assicura un successo immediato: mentre Israele, col sostegno occidentale, stermina i palestinesi e bombarda Beirut, cosa c’è di meglio di un bel frullato di suprematismo, preconcetti, revisionismo storico e culturale? Sulle altissime vette poetiche e i deliri mistici dello scritto rampiniano hanno già detto tutto in molti; perciò, non ha senso rincarare la dose nel proverbiale tiro al piccione. In questa nuova incursione, quindi, assisteremo a quell’incontro con un pastore masai della Tanzania, che tanto ha ispirato il prologo dell’opera. Un dialogo immaginario in cui, però, s'inceppano i piani del pifferaio occidentale, mentre il pastorello, armato dei mezzi che il Capitale stesso gli ha fornito, fa più resistenza del previsto…
Viviamo in un secolo in cui si è sempre più tentati ad agire usando il comodo e il facile come criteri. Un atteggiamento che il filosofo Walter Friedrich Otto nel ‘900 spiegava come una paura di essere esposti al reale. Perché acquistare in un negozio fisico quando posso ordinare online? Perché sudare quando posso accendere il condizionatore? Perché presentare una cruda realtà ai miei figli quando posso mentire? Forse un motivo c’è.
Nei Contributi alla filosofia (Dall’evento) Heidegger coglie l’Essere come Evento. La storia del pensiero occidentale viene ricompresa come l’accadere dell’Essere come Evento, e più in particolare come l’accadere della sua dimenticanza. L’epoca della tecnica è il compimento di questa dimenticanza, poiché mentre regnano la spiegabilità e la fattibilità di tutto, dell’Essere non ne è più nulla. Heidegger annuncia però un “altro inizio”; il pensiero deve operare una trasformazione radicale che lo porti a disporsi all’ascolto dell’Essere piuttosto che al dominio incondizionato dell’essente.
In un mio precedente articolo dedicato ad alcune questioni relative all’IA, criticai in modo provocatorio le affermazioni di Platone, contenute nel Fedro, relative alla scrittura. Mi sono tuttavia reso conto del fatto che la questione della scrittura in Platone non possa essere liquidata ad una “svista intellettuale”, vi sono invece degli aspetti – messi in risalto dalla scuola di Tubinga-Milano – che non possono essere trascurati quando si riflette circa le posizioni di Platone sulla scrittura. In queste righe intendo tracciare alcuni aspetti fondamentali del problema della scrittura in Platone, mettendo in luce come, la sua analisi, non possa essere risolta in un ‘errore tout court’ come sostenni (seppur in un contesto e in un senso ben preciso) nel mio articolo sull’IA.
François de la Rochefoucauld è un filosofo per tutti e per nessuno. La sua scrittura, semplice e diretta, racconta di noi: dei nostri vizi, delle nostre debolezze. Ma è proprio questa franchezza, che non conosce mezze misure, a suscitare un fastidioso disagio e a rendere il moralista francese un pensatore difficile da “digerire”. Il maggiore problema non è la comprensione delle sue massime, ma il riconoscersi in esse. In questo contributo si fornirà un piccolo assaggio dello stile di La Rochefoucauld con l’analisi di una delle sue sentenze più celebri: «Né il sole né la morte si possono guardare fissamente».
di Simone Perrone
Questo contributo presenta, in maniera telegrafica, un’interpretazione non molto usuale, nella storiografia contemporanea sul buddhismo antico, ma non gratuita, come si dimostrerà con riferimenti ai testi originali, circa un possibile modo d’intendere l’Assoluto all’interno della cornice filosofico-religiosa del buddhismo pāli.
di Sara Ricci
Il 14 agosto 2024 è stata pubblicata su Disney+ la terza stagione della celebre serie statunitense The Bear. Il protagonista, lo chef stellato Carmy Berzatto, è tra le più accurate rappresentazioni dell'incarnazione fisica di un'ossessione. Come lui, ricordiamo altri memorabili protagonisti, tra cui Nina Sayers ne Il cigno nero (2010), Andrew Neyman in Whiplash (2014), Lou Bloom in Nightcrawler (2014), e molti altri. Questi personaggi sono la personificazione di una sublimazione del desiderio di riuscita. Ma l'ossessione è da considerarsi una cosa non sana?
di Joe Gatti
Tutto deriva dalla cultura, e ogni discorso su Dio (se ce n’è uno) è posizionato solo in un determinato spazio e tempo, il che va a svantaggio della sua supposta onnipresenza divina. Scaturisce quindi una domanda: Dio senza cultura cos’è? Un Re nudo? O qualcosa di più concreto?
di Andrea Allegra
L’uomo è segnato ontologicamente dall’inquietudine, la quale può condurlo alla “disperazione assoluta” (per utilizzare un’espressione kierkegaardiana). Gabriel Marcel invita l’uomo a scoprire da sé la realtà profonda della sua inquietudine, la fonte di essa e, a partire da questo riconoscimento, ad affrontarla a partire dalla sua condizione esistenziale. L’uomo è infatti un essere libero che può far fronte all’inquietudine almeno in due modi differenti: intraprendendo il percorso della comprensione razionale della realtà – in cui l’uomo basta a se stesso – oppure quello della fede – in cui l’uomo vuole riallacciare i rapporti con Dio – riscoprendo la via della salvezza.
di Mario Magini
La storia è fatta di cose e di persone: le cose sono inanimate e su di loro agisce l’inesorabilità del tempo, le persone sono invece agenti attivi della storia e plasmano il tempo storico e le cose che possiedono. L’attenzione deve essere sulle persone, quindi, e ciò che è una persona da sola ha una sua definizione, ma ciò che tante, tantissime, persone sono, costituisce tante menti che diventano una unica, proteiforme, energetica, mente e quindi Psiche Collettiva.
In questo primo quarto del XXI secolo possiamo proclamare, la manifestazione non solo dell’epoca postmoderna ma anche la irrevocabile nascita e manifestazione della Psiche Collettiva postmoderna.
Che ogni epoca storica e culturale abbia la sua propria e peculiare psiche è faccenda indiscutibile, e questa psiche epocale è il risultato di un processo materiale, dialettico, culturale e spirituale che diviene direttamente dalla interazione e polarità di due elementi: la Weltanschauung – etica e morale – manifesta nelle masse e nell’individuo e lo Zeitgeist temporale definito da una specifica sequenza di eventi identificati come determinanti – lunghe stagnazioni o improvvisi cambiamenti – sia volontari di un progetto sociale, che improvvisi e meccanicistici dovuti ad alcune condizioni.