Perfect Days di Wim Wenders è uno di quei film che ti entrano dentro dalla prima inquadratura, restando impressi nella pelle e nello spirito per giorni. L'impronta dell'ultima opera del regista tedesco è inconfondibile in un duplice senso. Non solo perché è chiaro che, stilisticamente, si tratti di un suo film, ma perché intende parlare dell'inconfondibile (Pietro Prini avrebbe detto «l’inverificabile»), cioè della sconcertante evidenza inevidente dell’esistenza.



Nel pensiero di Hegel la filosofia è concepita come Scienza autentica perché, a differenza delle scienze positive e particolari, essa vuole istituirsi come un sapere assolutamente auto-fondato in grado di giustificare e dedurre ogni presupposto. Affinché ciò possa accadere, il pensiero filosofico non può permettersi di svilupparsi linearmente, di muoversi cioè da un assioma a un teorema, ma deve svilupparsi circolarmente in un movimento dialettico che va dal presupposto al suo fondamento e da questo di nuovo al primo, che solo così risulta fondato. In questo senso, ciò che viene dopo è l’inveramento e la giustificazione di ciò che viene prima, e il presupposto viene con ciò trasfigurato in risultato e dunque aufgehoben, “tolto” o “superato” come presupposto.



Nel mondo contemporaneo i riferimenti religiosi sono sempre più utilizzati nella scena pubblica per attirare l'attenzione. E la strategia funziona: non a caso, infatti, sono spesso molto accese le polemiche a riguardo. Dai comizi politici alle manifestazioni nelle piazze, le sfilate di moda e le nuove tecnologie, tutto sembra trarre vantaggio da un certo tipo di simbolismo che costituisce la realtà in maniera più o meno evidente. Ne parla il professore di Sociologia dei processi culturali nel Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università degli Studi di Milano Carlo Nardella nel suo libro Religioni dappertutto (Carocci, 2024), in cui emerge, tramite una serie di ricerche approfondite a livello internazionale, come «le religioni tentano dal loro canto di percorrere, con qualche rischio, vie finora inedite».


Nel pensiero di Hegel la filosofia è concepita come Scienza autentica perché, a differenza delle scienze positive e particolari, essa vuole istituirsi come un sapere assolutamente auto-fondato in grado di giustificare e dedurre ogni presupposto. Affinché ciò possa accadere, il pensiero filosofico non può permettersi di svilupparsi linearmente, di muoversi cioè da un assioma a un teorema, ma deve svilupparsi circolarmente in un movimento dialettico che va dal presupposto al suo fondamento e da questo di nuovo al primo, che solo così risulta fondato. In questo senso, ciò che viene dopo è l’inveramento e la giustificazione di ciò che viene prima, e il presupposto viene con ciò trasfigurato in risultato e dunque aufgehoben, “tolto” o “superato” come presupposto.


Il tema del fine vita è al centro di un acceso dibattito tra diritto, etica e libertà individuale. Questo articolo analizza i casi Welby, Englaro e Antoniani-Cappato, evidenziando le differenze tra suicidio medicalmente assistito, eutanasia ed interruzione dei trattamenti di sostegno vitale. Attraverso l’evoluzione normativa e giurisprudenziale, si esplora il delicato equilibrio tra autodeterminazione e tutela della persona, sottolineando l’importanza di un dialogo aperto e rispettoso su una questione che tocca la dignità umana.




La libertà è dal punto di vista filosofico uno dei concetti più complessi e controversi.

Per fare chiarezza proveremo ad articolare diverse distinzioni. Cercheremo di tagliare all’interno di questa nozione fluida delle direzioni, delle linee di forza che possano costituire dei punti di riferimento per la riflessione.






Commento ed Esegesi al primo capitolo, paragrafo 1 della Nascita della Tragedia di F. W. Nietzsche. 


Il Simposio di Platone rimane una delle opere più note e significative sul tema dell'amore. Ogni volta che lo si legge, si scopre qualcosa di nuovo su uno degli argomenti cardine della vita umana. Le differenti prospettive, riportate dai diversi elogi sull'Amore presenti nel dialogo, fino alla profonda riflessione di Diotima raccontata da Socrate, permettono di ragionare su questo concetto da differenti angolature; di scavare all'interno di una delle maggiori e più affascinanti pulsioni dell'essere umano, se non della natura nella sua complessità. 

di Massimo Pamio


Nell’attuale società, lo spettacolare informa di sé ogni vicenda. Ne è la prova l’ultimo confronto Trump-Zelensky. Una società che offre l’appagamento di ogni desiderio alla portata di tutti che cosa nasconde? Luci e ombre dello spettacolo globale.




La politica si nutre di simboli, miti e rappresentazioni atti a costruire “utili” narrazioni. Per edificare visioni del mondo, allo scopo di unire popoli e comunità, serve creare una legittimità che conservi o muti in una determinata direzione il sentire comune. Gli artifici maggiormente utilizzati per creare collettività di appartenenza e collettività d’identità sono la retorica politica e l’uso pervasivo di immagini che richiamano ad appartenenze comuni. Questi due linguaggi sono caratterizzati da grammatiche e da significati più o meno visibili, e hanno la capacità di sollecitare stati d’animo ed emozioni. La contrapposizione dialettica che sembra interessante da districare a questo punto è capire  vista la crisi dell’ordine politico internazionale edificato dopo la seconda guerra mondiale  se il discorso e la proliferazione dei diritti umani, funzionali a costruire un discorso di unione e di pace fra gli stati e i popoli, possa ancora essere utilizzato come impalcatura portante del principio di autodeterminazione o se, quest'ultimo  visti gli scenari di guerra  si è distorto e ribaltato nel suo opposto, ovvero nella chiusura identitaria e nella riaffermazione della narrazione della supremazia nazionale.


La recente pubblicazione de Il nulla per tutti, una raccolta di lettere di Emil Cioran – curata da Vincenzo Fiore per le edizioni Mimesis –, offre uno sguardo intimo sul filosofo rumeno-francese. Cioran interagisce con le figure più importanti del XX secolo, spaziando da consigli di vita pratici a profonde riflessioni sulla condizione umana, la vecchiaia e la morte. 

di Salvatore Grandone


Il pensiero di Spinoza è un’eudemonia in senso forte. Fin dal Trattato sull’emendazione dell'intelletto, il filosofo olandese si chiede come raggiungere la felicità. La risposta, per quanto complessa, la troviamo nell’Etica. Vedremo come la felicità nasca dall’essere attivi e dalla consapevolezza del nostro posto nella Natura. Esploreremo come liberarci dalle passioni tristi e come costruire una gioia profonda e duratura. 



di Gabriele Zuppa


Considerazioni sulla miseria della politica.


The Elephant Man di David Lynch è il film che ha consacrato definitivamente il genio di Missoula come enfant prodige del cinema americano e mondiale. Con questo film l’autore smussa le asperità del body horror d’esordio mantenendo però ben chiara la sua impronta stilistica, azzerando quasi completamente la struttura postmoderna del racconto, ma conservando l’uso di soggettive impossibili, movimenti di macchina che attraversano le fessure del panno che ricopre il volto di Merrick e approdano nei luoghi angusti della fabbrica, lì dove si consuma la meccanizzazione e disumanizzazione dell’umano.

di Michele Rossi


Nell'Unione Europea priva delle direttive di Washington e ostaggio di terrore e furia verso il vicino russo, s'impone la politica del riarmo. Ci sono tanti modi per commentare il guerreggiante discorso di Ursula Von der Leyen sul progetto ReArmEurope, ma forse quella del salto del calabrone è la metafora più adatta per spiegare in che razza di guai ci stiamo cacciando. 




Perché, secondo Mazzini, bisogna conquistare e difendere l’unità della propria nazione? Non per ragioni nazionaliste o imperialiste, ma per favorire al meglio il progresso dell’umanità. Il suo pensiero, democratico e internazionalista, costituisce anche un’efficace risposta alle misure autonomiste recentemente approvate in Italia.  

di Pietro Mosoni


Parlare di spirito è diventato anacronistico. Così come lo è parlare di etica – in una conversazione potrebbe addirittura capitare che qualcuno si azzardi a dare giudizi morali! Chi parla di patria è incompreso. Così come chi evoca le idee della coscienza popolare, delle virtuosità civili e militari. Tra i termini fondamentali della nostra cultura politica vi sono persino quelli che non solo vengono respinti, ma che subiscono una vera e propria cancellazione. Chi parla più di temi come l’unità popolare, la giustizia sociale? Chi ha della libertà una concezione diversa rispetto a quella espressa nella ormai litanica frase “la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri”? Ma, ancora più profondamente, chi sa che esistono concezioni diverse della libertà e così di ogni altro principio politico oggi ritenuto ovvio?


Il metodo utilizzato da Branko Milanovic per scrivere le Visioni della disuguaglianza – la cui prima edizione in italiano è recentissima, pubblicata dalla casa editrice Laterza nel gennaio 2025 – prevede che gli studi sulla distribuzione del reddito non sono imparziali o puramente obiettivi. Essi dipendono dal contesto storico in cui vengono svolti, da chi li svolge e dall'irrinunciabile ‘’lente’’ di cui ciascuno di noi è il possessore, che filtra la realtà empirica (i dati). Questa lente, scrive l’autore, è costituita dalle proprie teorie di riferimento, ossia dalla narrazione all’interno della quale si è scelto di collocarsi.



di Salvatore Grandone


Nei Colloqui con se stesso Marco Aurelio offre consigli pratici per guarire dai mali dell’anima. Vedremo come apprendere a disciplinare l’assenso, i desideri e le azioni. In una società come la nostra, dove regnano sempre più la dismisura e l’assenza di controllo, il grande imperatore filosofo può aiutarci a liberare il nostro principio direttivo (la ragione) dalle “fantasie” e dalle passioni che lo affliggono.

di Massimo Pamio


Federico Ferrari si interroga sulla sorte degli spazi museali e dell’arte. Se i contenitori sono diventati più importanti del contenuto, e se l’arte si è impoverita intellettualmente e visivamente, quali sarebbero le vie d’uscita dalla palude?

di Olivia Campbell


Breve estratto del libro Le ragazze della scienza. Come quattro donne sono fuggite dalla Germania nazista e hanno fatto la storia della fisica (Aboca edizioni, 2025) di Olivia Campbell. La storia, ambientata negli anni Trenta, periodo storico complicato, racconta di quattro dotatissime scienziate ebree che tengono strette tra le mani le redini delle loro vite, scegliendo drasticamente di fuggire dalla Germania per ritrovare altrove lo spiraglio di una vita degna di essere vissuta. In un viaggio che è una questione concreta di vita o di morte, con sacrifici e lavoro duro, rivoluzionano per sempre il campo della fisica, fenici in quella cenere di terreno bruciato che il clima politico nazista cercò di creare intorno a loro.





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