È paradossale il fatto che non solo chi ha realmente cambiato il mondo si sia sempre dovuto scontrare con la grande massa di chi condivideva idee a lui avverse, ma che, pur elogiando chi possiede una certa autonomia di pensiero, tutti cerchino di stroncare ogni accenno di idea che si discosti dalla quelle possedute malamente dalla massa.
di Tommaso Bertollo
La scuola ha perso la bellezza e la potenza che erano state delle caratteristiche proprie sin dalla sua nascita. I filosofi e i dotti, consci dei pericoli che l’ignoranza e, ancor di più, la presunzione di sapere costituiscono, dedicavano gran parte delle giornate all’insegnare ai giovani ciò che avevano imparato e, nel farlo, ampliavano la propria conoscenza a loro volta. Questo, che sembra essere uno dei cardini su cui si dovrebbe basare ogni sistema educativo, si è andato a perdere col passare dei secoli.
L’istituzione, che dovrebbe essere il fiore all’occhiello di qualsiasi civiltà, è diventata la zavorra che ne frena invece il progresso: ogni bambino convinto di poter trovare nella scuola un luogo di confronto di insegnamento e apprendimento reciproco tra insegnanti e compagni è posto invece dinnanzi alla triste verità che dialogo e confronto, invece di aumentare di anno in anno, diminuiscono in modo esponenziale. E il danno maggiore ricade proprio su colui che è conscio dell’importanza che una cultura ampia e varia costituisce; questi, a seguito di anni di violenza perpetrata da un sistema educativo malato, risulta ormai privo della scintilla che animava in lui la voglia di imparare, e si ridurrà ad essere più simile ad un animale ben ammaestrato piuttosto che ad una persona in grado di agire e di pensare autonomamente.
Chi subisce questa sorta di violenza, così incarnata nella sua forma peggiore, tende a reagire in tre differenti modi: quello sopra descritto, in cui alcuni alunni promettenti per mancanza di sicurezza si rassegnano a far parte del sistema, che diventa così socialmente accettato; quello per cui molti non riescono a sviluppare autonomamente il piacere per la conoscenza, e quindi accettano il sistema educativo per quello che è, ciechi della bellezza che potrebbe costituire se fosse sviluppato nel modo corretto; infine, l’ultima reazione, che sembra essere quella più rara, consiste nello sviluppare una generale diffidenza e intolleranza nei confronti della scuola nella sua totalità. Questi ultimi alunni, scontrandosi con la triste realtà, non sono in grado di tollerare tanta corruzione condensata in una stessa istituzione e finiscono per divenire indifferenti ad essa; ma fortunatamente non lo diventano mai verso la conoscenza, tanto che, per migliorare la situazione, inevitabilmente si scontrano con la scuola e ancor di più con l'intera società di cui è parte.
Ciò che è più frustrante è che proprio la scuola — che dovrebbe dare le armi per cambiare ciò che nella vita di tutti i giorni non funziona — costituisce il problema.
L’insegnante troppo spesso non è in grado di avvalorare le proprie parole poiché anch’egli in realtà non ne conosce il significato. I concetti vengono mostrati come estranei a qualsiasi tipo di contesto pratico, e, per questo, la maggior parte delle volte essi non vengono compresi appieno dagli studenti (sono infatti costretti ad imparare a memoria formule di cui non colgono il senso). Inoltre, molti di coloro che hanno scelto di insegnare hanno avuto come unica motivazione quella di trovare un lavoro stabile, che potesse banalmente garantire loro una vita dignitosa, economicamente parlando, senza possedere una sincera vocazione per l’insegnamento o una passione vera per la propria materia di competenza.
Prova eclatante della decadenza del sistema scolastico è la riluttanza del professore ad ammettere un errore e a rendersi disponibile ad ascoltare lo studente. Questo fenomeno si manifesta come diretta conseguenza della fede che il professore nutre nei confronti del proprio ruolo: assumendo per vero tutto ciò che gli è stato insegnato, egli non accetta che lo si metta in dubbio, perché costituisce l’unico elemento che lo legittima ad insegnare. Così, si manifesta la volontà di ignorare la verità e di soffermarsi su ciò che più convince i presenti.
È paradossale il fatto che non solo chi ha realmente cambiato il mondo si sia sempre dovuto scontrare con la grande massa di chi condivideva idee a lui avverse, ma che, pur elogiando chi possiede una certa autonomia di pensiero, tutti cerchino di stroncare ogni accenno di idea che si discosti dalla quelle possedute malamente dalla massa. I ribelli come Galileo, Dante, Mandela, ecc. ottengono seguito e fama solo dopo avere attuato la propria rivoluzione, prendendo le distanze proprio da coloro che li hanno 'intralciati'.
La peggiore conseguenza del sistema educativo dei nostri giorni è probabilmente la perdita del coraggio di vivere la propria vita.
« Non fate mai nulla contro la vostra coscienza, anche se è lo Stato a chiederlo. » (A. Einstein)
24 maggio 2018
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