Il mondo su cui si affacciano i giovani d’oggi è un mondo che ha perso la retta via per uscire dalla caverna e conoscere il Bene e vaga cieco, accecato da idoli materiali, convinto che questi siano la soluzione per il suo malessere. La materia è il nuovo vitello d’oro che gli Ebrei cominciarono ad adorare dopo aver perso la speranza, la fede, in Mosè e in JHWH.
« La depressione è un'epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell'OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le loro radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. » (Patch Adams, Conferenza al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, 2008)
Ma perché la depressione è in aumento? Com’è possibile che l’apice di ricchezza e potenza dell’umanità coincida con l’apice della sua tristezza?
La società odierna è caratterizzata da un’assenza di valori e da una generale sfiducia nella verità tipiche del pensiero postmoderno. Con la caduta di quello che era l’ultimo e nello stesso tempo il più importante valore, simbolo della Verità e del Bene, che è Dio, il pensiero occidentale si è spostato verso un totale relativismo in ogni ambito dell’esistenza umana, dall’arte, alla filosofia, alla scienza, alla morale. E insieme a Dio sono morte anche tutte le speranze in una Verità, in un valore superiore da realizzare. Nulla ora si può ritenere giusto o sbagliato, vero o falso assolutamente, ma tutte queste cose devono essere rimesse semplicemente alla decisione del singolo.
Si crea quel vuoto in cui nulla riesce a tenersi fermo come sapere, perché ogni sapere è relativo e non può pretendere di valere anche per l’altro. Si genera così un enorme pentolone dove tutto si mescola perché tutto fa brodo, dove nulla è più giusto di altro ed ogni opinione ha lo stesso valore di qualsiasi altra. “Io non sono l’altro” si dice, e quindi sono libero di pensare, dire e fare ciò che voglio appunto perché l’alterità non mi tange.
In seguito alla caduta dei valori metafisici l’uomo si è perciò rifugiato nell’ultima certezza che gli restava: la materia. Ecco quindi prendere piede e guadagnare potenza quell'accozzaglia di valori materiali che si insegue ogni giorno (ricchezza, carriera, piacere sensuale, ...), piaceri che però durano solo un breve lasso di tempo e lasciano quello che trovano: il desiderio di altre cose materiali. Piaceri che non sono orientati verso qualcosa di più alto, ma vogliono soltanto rompere la monotonia del momento per poi dileguare. Il mondo su cui si affacciano i giovani d’oggi è un mondo che ha perso la retta via per uscire dalla caverna e conoscere il Bene e vaga cieco, accecato da idoli materiali, convinto che questi siano la soluzione per il suo malessere. La materia è il nuovo vitello d’oro che gli Ebrei cominciarono ad adorare dopo aver perso la speranza, la fede, in Mosè e in JHWH.
« Una nuova società va determinandosi, che continua a combattere per inerzia, ma che in realtà vive tra l’indifferenza e lo scetticismo, dubitando di ogni fede e di ogni verità. È una società caratterizzata da stanchezza e disorientamento che ai presunti ideali di ieri non sa che opporre al vuoto dell’oggi. » (Ugo Spirito, La vita come amore)
Ora, se questo è il pensiero del mondo, dell’umanità dei nostri giorni, nel quale e col quale veniamo educati, quale sarà il risultato? Il risultato sarà un’intera umanità allo sbando, che deve trovare la propria identità senza punti di riferimento certi e validi, insicuri su ciò che sono e ciò che li riguarda, sui propri compiti e le proprie responsabilità. Chiusi in questo soggettivismo che uccide i rapporti interpersonali e lascia le persone a se stesse, convinte che nessuno possa capire la sofferenza degli altri. L’approdo è una tristezza interiore ineliminabile, quella totale solitudine che deriva da una mancanza di amore e compassione tra persone. Una tristezza che è la mancanza di punti di riferimento veri e di sicurezze che vadano oltre la contingenza delle cose materiali.
Ecco che questa triste generazione comincia a interrogarsi sul senso della propria esistenza, inevitabilmente votata alla solitudine ed al piacere volgarmente fisico, senza però riuscire a trovare una risposta vera, universale, assoluta, perché fino ad allora nessuno gli ha detto della possibilità della sua esistenza, ma, anzi, è sempre stata negata.
« L'uomo non è mai stato tanto consolato, compreso, curato, beneficato come oggi; ma, nella nostra civiltà, l'angoscia aumenta nella stessa misura in cui si perfezionano le terapie. » (Emanuele Severino, Essenza del nichilismo)
Ogni piacere che si ricercherà sarà allora solo un povero, misero e fugace piacere materiale, che durerà al massimo qualche ora e che oltretutto sarà difficile da mantenere. La via per la depressione è allora aperta: nulla di fermo, nulla di stabile, ma ogni cosa è vacua ed esposta ai numerosissimi capricci della fortuna e degli uomini. Tutto è un problema, tutto è contraddittorio, e la soluzione, la verità, non c’è. La volontà di potenza, il poter fare tutto, ci ha fregati. Sembrava che il mangiare il frutto proibito ci avrebbe reso uguali a Dio, senza più alcun limite, completamente liberi, ma questa libertà da ogni valore superiore non si riesce a tradurre nella libertà di porre un valore superiore, ma solo nella schizofrenica affermazione di ogni passione e piacere che ci attraversa.
Ma una via d’uscita può essere trovata con la convinzione che qualcosa di vero, di buono, esiste, uscendo dal relativismo che uccide i rapporti interpersonali e la comunicazione, lasciando libero spazio al dialogo razionale, alla ricerca, alla conoscenza vera. Ciò non significa smettere di porsi domande sul significato delle cose che ci circondano, ma farlo con uno spirito diverso, positivo, convinti che la luce in fondo al tunnel c’è davvero e che possiamo raggiungerla solo insieme agli altri.
26 dicembre 2018
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