La formazione degli Stati Uniti, a partire dalla guerra d’indipendenza per giungere alla costruzione dell’identità nazionale, costituisce una congerie di contraddizioni. Approfondiamo gli episodi storici avvenuti in questo arco di tempo.
Ci troviamo nel settembre del 1774. Tutti i rappresentanti delle tredici colonie si sono riuniti in un Congresso generale a Philadelphia. La decisione presa è comune e concorde a tutti. Le colonie non pagheranno le tasse emanate dal Parlamento britannico e ogni sorta di commercio con la madrepatria verrà sospeso momentaneamente, fino a quando le truppe britanniche non si saranno ritirate dal suolo americano. Si tratta dell’inizio della Guerra d’Indipendenza che portò alla costituzione degli Stati Uniti d’America. La guerra si prolungò dal 1775 al 1783. In questo arco di tempo le 13 colonie britanniche sul continente nordamericano si opposero al Regno Unito per ottenere l’indipendenza, la libertà giuridica, commerciale e amministrativa. La Gran Bretagna, dopo la Guerra dei Sette anni, necessitava di maggiori entrate economiche per mantenere l’impero che stava costruendo e decise di introdurre un’imposta fiscale che colpiva in particolar modo i coloni residenti in America. Tale imposta prevedeva un bollo sui documenti cartacei di qualsiasi natura. Si trattava dello Stamp Act. I coloni reagirono con forza a questa nuova tassazione. La guerra con gli Inglesi terminò nel 1781, con la battaglia di Yorktown, alla quale parteciparono, a sostegno dei coloni, anche le truppe francesi. Il 4 luglio del 1776 venne dichiarata l’indipendenza dalla Gran Bretagna, e nominato George Washington a capo dell’esercito. La guerra ebbe inizio a causa di questioni di carattere commerciale ma sottintendeva un desiderio di autonomia e libertà. Nel 1787 i nascenti Stati Uniti promulgano una Costituzione federale e una Dichiarazione dei diritti. Tale Dichiarazione aveva lo scopo di tutelare i diritti individuali dei cittadini. Costituiva un punto di arrivo importantissimo per l’umanità. Apparentemente gli americani avevano compreso l’importanza della libertà politica, economica e di pensiero. Non rimaneva che esercitare tali sublimi diritti, riconosciuti a ciascun uomo.
Ma l’uomo tende a dimenticare velocemente.
Bastarono poco meno di vent’ anni perché gli ex coloni diventassero colonizzatori. Vent’anni di libertà avevano cancellato ogni memoria delle sofferenze patite dagli americani sotto il dominio inglese. Iniziarono gli anni della conquista del West. Quanto accadde in America non può essere paragonato ad alcun altro eccidio. Le crudeltà commesse oltrepassarono qualsiasi altro sterminio di massa, per numero di vittime. La distruzione operata per mano degli Europei era motivata da un senso di superiorità razziale, talvolta originato dal Cristianesimo, religione ritenuta segno di maturità civile e sociale. Lo stesso errore venne ripetuto dagli americani. I propositi degli americani erano impedire la presenza di altre potenze nel Nordamerica, garantire nuovi territori agli agricoltori bianchi, allargare lo spazio interno, consolidare ed estendere quel impero della libertà teorizzato da Thomas Jefferson. Questo tipo di visione non accetta in alcun modo l’idea che vi possa essere un comune accordo tra due parti. È una visione in bianco e nero. Si deve scegliere tra il bene proprio e quello altrui. Nessuna mediazione è possibile. L’unico proposito che dunque abbracciarono i coloni fu quello di annientare ed eliminare un intero popolo creando condizioni tali da condurlo all’oblio. La maggior parte delle tribù indiane era nomade. Pochi erano stanziali, i Creek, i Cherokee e i Seminole. Solo costoro avevano costruito villaggi. Gli indiani vivevano di semplice agricoltura e caccia. I pellerossa erano considerati una minaccia. Le crudeltà commesse dai colonizzatori a danno delle diverse tribù indiane aumentavano con la costituzione degli Stati Uniti. La terra occupata da questi popoli era una terra ricca d’oro, dunque ottima per essere colonizzata. La corsa al West era una libera iniziativa dei pionieri, considerato un fenomeno spontaneo. Il governo centrale però appoggiava militarmente i coloni. Iniziarono così le prime sanguinose battaglie, o meglio massacri, spesso contro contro donne, anziani e bambini, in quanto gli uomini, gli unici in grado di combattere, erano occupati per la maggior parte del tempo nella caccia. L’inferiorità numerica e l’inferiorità delle armi a disposizione decretarono la tragica sconfitta degli indiani. Questi furono spinti a Ovest del Mississippi in una terra inospitale e poco adatta all’agricoltura e successivamente deportati in terribili riserve. Tra gli episodi più crudeli va riconosciuta la strage di Sand Creek, avvenuta nel 1864. L’indifeso villaggio del Colorado venne attaccato, 450 indiani furono massacrati nonostante il villaggio si fosse consegnato ai coloni e si fosse dichiarato non ostile. I coloni non ebbero alcuna pietà e compirono una delle più sanguinose stragi. Go West, young man, and grow up with the country! è la celebre frase ricondotta a Horace Greeley riguardo allo spirito espansionistico. Egli riteneva geograficamente scontato che gli Stati Uniti si espandessero in tutto il nord america e diede così al popolo americano il via libera di appropriarsi di tutti i territori necessari al loro desiderio di espansione e all’affermazione dei loro valori di libertà e democrazia. Il progetto espansionista proseguì con il California Gold Rush, quando migliaia di pionieri si trasferirono lì per cercare l’oro. In quel periodo, fra il clima espansionista e di patriottismo, nacque il termine Manifest Destiny, coniato dal giornalista John O'Sullivan. Indicava che la Provvidenza era favorevole agli americani. I sostenitori del Manifest Destiny non solo credevano che l'espansione fosse buona, ma che fosse anche ovvia e inevitabile. In tale maniera gli americani non solo avevano negato gran parte dei valori per i quali avevano a lungo lottato contro la Gran Bretagna, dimenticandosi dell’ingiusta sofferenza provocata dall'oppressione, ma avevano intrapreso un percorso di conquista sfrenato e spietato che sfociò in un immenso numero di sanguinose stragi. La guerra contro l’Inghilterra creò un’identità nazionale americana. Ogni popolo riconosce la propria appartenenza ad un determinato gruppo sociale quando si imbatte in un nuovo "nemico". Una volta liberatosi del nemico, gli Stati uniti mutarono in oppressori. Ancora una volta la libertà non era stata compresa come tale, ma intesa solamente come soddisfazione dei propri egoismi. Il termine "diritto" era stato frainteso poiché inteso come legittimazione di qualsiasi azione.
5 febbraio 2018