L'uomo può essere un grandissimo supereroe se riesce a usare il suo potere, il pensiero, e fare quella che è la sua
natura cioè il bene, lottando contro le contraddizioni e quindi il male. E ciò che ci aiuta a conoscere il nostro super-potere cos'è se non la filosofia?
La tesi che viene proposta in questa sede, con l'auspicio che sia continuamente rivista, messa in dubbio, cercando di capire se vi siano contraddizioni al suo interno, è affermare che la natura dell'uomo è fare il bene.
Ed è giusto dire che tendiamo al bene solo nel senso di cercare di capire cosa sia il bene; il fatto che lo ricerchiamo significa che ne ricerchiamo il significato, cerchiamo di scoprire quindi la nostra natura, la nostra essenza. Da ciò deriva l'idea che il bene mio sia il bene dell'altro.
Alcuni però non concordano con questa tesi affermando che certe persone fanno del male ad altre come uccidere, fare violenza, fare guerra o non curarsi di coloro che muoiono di fame ogni giorno pensando di fare il proprio bene. Questo è assolutamente esatto: credono di fare il loro bene semplicemente perché non hanno analizzato le singole relazioni che si trovano innanzi. Noi siamo parti del tutto o, per dirla più semplicemente, membri dell'insieme ed essendo tali necessariamente dipendiamo l'uno dall'altro. Ciò implica che se facciamo del male a un membro dell'insieme facciamo male a noi stessi.
Siamo legati gli uni gli altri e qualcuno, proprio per il fatto che fa del male a qualcun altro pensando di fare il proprio bene, facendo in verità (come abbiamo spiegato) il proprio male, si sta contraddicendo. L'uomo non vuole il male e non tende al male per se stesso. Tutto ciò che compie lo compie perché pensa di stare bene, di stare meglio. Facciamo un esempio: A vuole il proprio bene e fa del male a B, ma per il fatto di essere in relazione con B, necessariamente fa del male a se stesso.
Hannah Arendt in Responsabilità e Giudizio dichiara che l'uomo deve pensare, ossia dialogare con se stesso (il famoso dialogo due in uno) perché questo è l'unico modo affinché non commetta il male, non potendo vivere, infatti, con un assassino tutta la vita. Il male, infatti, è una contraddizione ed è per questo che ci dobbiamo impegnare con tutte le nostre forze per eliminare più contraddizioni possibili; la nostra natura è impregnata dal male ma il nostro potere, il super-potere che abbiamo sempre avuto e che la filosofia ha “semplicemente” svelato, è il pensiero critico. È grazie ad esso che scopriamo e quindi possiamo superare le contraddizioni.
E chi sono i supereroi? Coloro che avendo un super-potere se ne avvalgono per fare il bene e sconfiggere il male. Ma tutti gli eroi devono stare attenti al loro potere, devono cercare di controllarlo, devono conoscerlo. Lo stesso gli uomini. L'uomo può essere un grandissimo supereroe se riesce a usare il suo potere, il pensiero, e fare quella che è la sua natura cioè il bene, lottando contro le contraddizioni e quindi il male. E ciò che ci aiuta a conoscere il nostro super-potere cos'è se non la filosofia? E se rimaniamo indifferenti al male, alla sofferenza che c'è nel mondo, è come se prendessimo in giro noi stessi o peggio è come se mentissimo a noi stessi.
A tal proposito sempre Hannah Arendt in Responsabilità e Giudizio, riprendendo il pensiero di Immanuel Kant, afferma che:
« Kant descrive la continua tentazione dell'uomo a commettere il male in obbedienza alle proprie inclinazioni sensibili in termine di “male radicale”. Né lui né nessun altro filosofo morale pensava comunque che l'uomo potesse volere il male per amore del male: ogni trasgressione è interpretata da Kant come un'eccezione alla regola, alla legge morale di cui l'uomo riconosce a priori la validità – di modo che il ladro riconosce e approva le leggi della proprietà, augurandosi perfino di esserne tutelato, sebbene commetta una temporanea infrazione per il proprio tornaconto personale. Nessuno vuole essere cattivo. E chi vuole agire a tutti i costi in maniera malvagia cade in un absurdum morale, in un'assurdità morale. Chi fa questo, infatti, entra in contraddizione con se stesso, con la sua stessa ragione, e dunque, secondo Kant, può solo finire per disprezzare se stesso. […] la vera “putrida piaga” della natura umana è la mendacità, ovvero la facoltà di mentire ».
24 gennaio 2018
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