ACCOGLIENZA A RIACE


La triste vicenda che ha catturato l’attenzione delle cronache degli scorsi mesi sugli arresti domiciliari del sindaco di Riace, Domenico Lucano, sembra ricalcare antichi passi della storia degli uomini.



IL RUOLO DELL'INSEGNANTE


Intervista al prof. Enrico Galiano.



A COSA SERVE LA STORIA?


Se il richiamo alla storia avviene sempre, indipendentemente dalla nostra volontà, v’è un motivo per cui “affinare” questo procedimento mediante lo studio; lo possiamo vedere, per esempio, per la nostra formazione politica. 



PARADIGMI DELLA SCHIAVITÙ SISTEMICA: IL BLACK FRIDAY


Black Friday e consumismo sfrenato: siamo dinanzi ad una ricorrenza di semplici sconti ed offerte limitate o ad un meccanismo surrettizio di sfruttamento e schiavitù in chiave capitalistica?  



L'INETTITUDINE UMANA DE "LA COSCIENZA DI ZENO"


Zeno Cosini è l’emblema della schizofrenia dilagante, che paralizza la capacità di azione umana, rendendo l’uomo schiavo di se stesso, privo della forza di reagire alle sue debolezze e contraddizioni.



UNA STORIA INFAUSTA: IL CREPUSCOLO DEGLI INTELLETTUALI


Il destino degli intellettuali appare sempre più simile a quello di colui che, dopo essere uscito dalla caverna, decide di ritornarvi per raccontare agli altri la verità scoperta. Un destino decisamente infausto.

 



FRANZ KAFKA, IL CASTELLO: L'ALIENAZIONE DELL'UOMO (II)


È questa la follia in cui K. s’immedesima: è costretto ad affrontare la realtà rivalutandola ogni volta, finendo per non prendere più posizione su ciò che accade, in quanto sarebbe un’operazione vana e contraddittoria nel suo porsi.



FRANZ KAFKA, IL CASTELLO: L'ALIENAZIONE DELL'UOMO (I)


La prima volta che si vede il castello all’apparenza non potrà piacere, il problema è che solo avendolo visto, si è già entrati sotto la sua legislazione. Più lo si vede e lo si cerca di conoscere, più si rimane impigliati nella sua tela.



LA DECADENZA DELLA MENTE


Sogno un mondo dove vi è amore, dove posso contare sulla collettività: vorrei che i miei mali fossero curati tramite la discussione, senza ricorrere al blaterare. Spero in un mondo migliore, dove non si deve spiegare all'individuo la traboccante violenza che scorre impietosamente ogni giorno, ma l'amore per la conoscenza, per la vita: elevando sempre più la propria anima, fin quando essa non splenda del tutto. Questo vorrei.



PER UN BUON NUTRIMENTO: NON SOLO CIBO


La povertà è una piaga sociale per la quale ancora oggi non si è riusciti a trovare un rimedio efficace. Ecco una proposta che riesce, nel suo piccolo, ad affrontarla guardando all’insieme delle sue problematicità.



"LA MISERIA OFFRE, LA SOCIETÁ ACCETTA"


Vivere nella conoscenza, dunque vivere, per essere, davvero, uomini.



IL SÉ NON ESCLUDE L'ALTRO


L'idea di una azione totalmente rivolta verso l'Altro, e dunque assolutamente "altruistica", è impossibile. Questo è un dato di fatto. Ma la suddetta constatazione non apre le porte all'individualismo nichilistico. Al contrario, ci costringe a pensare responsabilmente il nostro legame con l'alterità.



CONTRO UN'ESTETICA SOGGETTIVISTICA


L'arte non se la passa bene, come accade per il resto della cultura. Forse le va pure peggio. Gli spazi che dovrebbero contenerla sono usurpati da incompetenti o da arrivisti collusi con la tendenza mercificante del mondo. Perché siamo arrivati a questo?  



SIGNORSÌ


È il caso di chiedersi se questa sia effettivamente da prendere come parola d'ordine per l'educazione di ragazzi e ragazze che dovranno costruire una società più giusta dell'attuale, o se sia una mera comodità per l'educatore ma soprattutto per loro stessi.

 



MA SE NESSUNO CI CONTROLLA, HA SENSO FARE IL BENE?


Non è rara l’idea secondo cui – se non c’è un Dio che ci giudica, un inferno da evitare – la giustizia non è poi qualcosa di così importante da attuare. Che, entro certi limiti, è utile per evitare l’anarchia, ma che, se c’è l’occasione di barare, non è certo così necessaria. Si può considerare vera quest’idea?



Heidegger: sull'antisemitismo metafisico e i Quaderni Neri


Con l'intensificazione interpretativa attuale che sta avvenendo in Italia dei passaggi antisemiti dei famosi Quaderni Neri di Martin Heidegger ogni nuovo tentativo di recuperare la questione si trova accerchiato da sforzi ugualmente dispersivi: un persistente fervore democratico-ermeneutico che cerca di ricollocare i concetti problematici in un contesto "corretto", e una ermeneutica smisurata che giunge al punto di affermare una essenzialità politica e antisemita di tutto il pensiero heideggeriano. Come attraversare entrambe queste risposte e le relative obiezioni? Il nostro lavoro filosofico e l'unione dei diversi frammenti e dei diversi linguaggi di Heidegger possono solo misurarsi con una cosa: quello che la filosofia desidererebbe aprire, osare, scrutare.





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