Il ruolo dell'insegnante

 

Intervista al prof. Enrico Galiano. 

 

Giorgio de Chirico, "Architettura e filosofia" (1925)
Giorgio de Chirico, "Architettura e filosofia" (1925)

  

D: Partiamo da quello che è il ruolo dell’insegnante: secondo lei, chi educa dovrebbe farlo soprattutto in direzione dell’attività lavorativa, oppure l’educazione scolastica dovrebbe anzitutto essere diretta ad una formazione globale dello studente? 

 

R: Direi che è una delle poche cose su cui non ho molti dubbi: la seconda che hai detto. Soprattutto nel mio ordine di scuola, la cosiddetta scuola media, in cui prima ancora di insegnare la tua materia hai il dovere – secondo me – di insegnare qualcosa di molto più importante che è l'entusiasmo per la conoscenza.

 

Van Gogh, "Natura morta con libri e una rosa"
Van Gogh, "Natura morta con libri e una rosa"

D: Come si può sviluppare l’attività didattica affinché la lezione non sia un semplice elenco di nozioni, ma diventi un momento che incida sulla moralità, sul modo di approcciarsi alla vita, degli allievi? 

 

R: Studiando. E sai chi? I divulgatori di successo. Le loro tecniche. Le trasmissioni di Alberto Angela, i Ted Talks, i racconti di Luciano De Crescenzo sui miti greci, ecc.: l'apprendimento deve essere prima di tutto seducente, lo diceva anche Platone che la conoscenza è qualcosa che si acquisisce prima di tutto per via erotica. Se non ti emozioni tu per primo a leggere una poesia di Sanguineti, a risolvere un'equazione, a osservare il comportamento di due molecole, come fai a pretendere che si emozionino i tuoi studenti?

 

D: Che importanza hanno gli interessi e le opinioni degli studenti nello sviluppo del programma scolastico?

 

R: Gli interessi sono un terreno di partenza: se cominci da lì è molto più facile catturare la loro attenzione. Le loro opinioni invece sono importanti per lavorare sulla costruzione delle stesse, sul ragionamento, su come far funzionare quella cosa magica che hanno dentro che si chiama pensiero.

 

D: Ritiene che gli alunni incontrati nel corso della sua esperienza educativa abbiano inciso sulla sua stessa maturazione? In caso affermativo, cosa ha imparato dai ragazzi?

 

R: Imparo da loro tutti i giorni: la cosa cui quotidianamente mi inchiodano per esempio è la coerenza, il bisogno di possedere dei principi solidi. Per noi adulti tutto è discutibile, modificabile, tutto si può portare a compromessi, è bello sentirti fare domande importanti, come oggi il biondino della seconda fila, che timidamente mi ha chiesto “Ma lei prof è felice?”. Sono domande che i ragazzi si fanno e che noi “grandi” dovremmo imparare a farci più stesso. Ma richiede coraggio farlo, e infatti una delle cose che mi insegnano di più i miei ragazzi è proprio il coraggio di mettersi in discussione.

 

28 novembre 2018

 




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