Si è passati dal credere a ciò che è presente nella Bibbia al porre la massima fiducia nella capacità dell’uomo di trovare da sé l’ordine del mondo. In questo passaggio storico la religione cristiana ha perso credibilità e dunque il numero di fedeli si è affievolito. Siamo però sicuri che, a fronte di questo impoverimento quantitativo delle persone al seguito, non corrisponda un miglioramento qualitativo della proposta di fede?
L’affermazione della scienza moderna è da sempre vista come uno dei motivi di declino della religione, in particolare quella cattolica.
Le scoperte scientifiche hanno un po’ alla volta spazzato via tutta una serie di credenze all’interno delle Sacre Scritture: la teoria creazionistica e quella geocentrica per citare le più dibattute. Si è passati dal credere a ciò che è presente nella Bibbia, al porre la massima fiducia nella capacità dell’uomo di trovare da sé l’ordine del mondo. In questa passaggio storico la religione cristiana ha perso credibilità e dunque il numero di fedeli si è affievolito. Siamo però sicuri che a fronte di questo impoverimento quantitativo delle persone al seguito, non corrisponda un miglioramento qualitativo della proposta di fede?
Ripercorrendo brevemente il pensiero di Bontadini, cercheremo di vedere come la scienza moderna abbia inverato ulteriormente la religione, togliendole i compiti che non le appartengono e consegnandola a noi in una forma più genuina.
« La religione si risolve se, pensandola, la si corrode, la si scalza; ma non si risolve, anzi si invera definitivamente, se, pensandola, la si fonda, la si accerta. » (Gustavo Bontadini, Dal problematicismo alla metafisica)
Si potrebbe pensare che la scienza sia nemica della religione: niente di più falso, ne rappresenta un supporto quanto mai vitale e necessario. La ricerca e lo sviluppo di ciò che sta attorno all’uomo come potrebbe collidere con la sete di Dio? È necessario in prima battuta riconoscere il valore che è proprio della religione, ciò che può dare all’uomo e perché è importante per la vita dell’individuo. Nel far questo ci si mette alla ricerca, si valuta quello che viene proposto dalla religione e si cerca di fondarlo.
Innestandosi nel meccanismo scientifico, che è innanzitutto messa in discussione della realtà, la religione non può che uscirne rafforzata: pensare la religione in modo scientifico significa renderla meno contradditoria, accertarsi che il contenuto della fede sia vero e di conseguenza renderla più vicina all’uomo. Capire ciò che si è e ciò che ci viene proposto di essere è una condizione indispensabile per risultare delle persone maggiormente credibili. Ecco un primo contributo che la scienza ha dato alla religione: una maggiore fiducia nell’uomo di poter autenticarsi e quindi di trovare Dio.
Il cattolicesimo contemporaneo non ha più il compito di derivare apoditticamente i giudizi politici dai principi religiosi, mentre questa era una funzione dei cattolici medioevali. Il giusnaturalismo, di cui si facevano portatori i regnanti in età medioevale, ha per secoli ostacolato la vera natura dell’uomo e quindi anche della religione: «La natura dell’uomo è la ragione, la quale, in quanto associata all’animalità, non è solo organo di contemplazione e di adeguazione teoretica, ma altresì di trasformazione della realtà.» (Ibidem) Il vero regnante non è più l’ordine naturale delle cose rappresentato dalla volontà del clero, ma la naturalità della ragione umana. Si è passati dal pensare che la giusta disposizione delle natura e delle forme di convivenza civile potesse essere solo in mano ad alcuni interpreti di Dio, al vedere che ognuno con la propria persona, ovvero con la propria ragione, può essere un interprete del mondo e di Dio. In questo passaggio la religione si è rafforzata, in quanto l’uomo ha preso coscienza delle sue capacità.
E ancora: «La dottrina sociale cattolica si accontenta, in definitiva, di segnare i limiti oltre i quali il politico invaderebbe e sopraffarebbe il sacro e l’umano (in sintesi, il Cristo), cioè porrebbe in atto una realtà non cristianizzabile.» (Ivi) Smascherate le inesattezze della visione della natura, la religione cristiana non ha più il compito di guida dal punto di vista politico, può ritirarsi nel luogo che le appartiene e aiutare l’uomo nella sua ricerca metafisica. Anche se l’influenza in Italia è ancora particolarmente forte, si sta sempre di più separando il potere spirituale da quello temporale: più uno stato sarà laico, maggiore sarà la credibilità della religione. In questo senso ci sarebbe da ripulire la scuola pubblica da qualsiasi contatto con la curia: l’insegnamento della religione non deve essere di chiaro stampo cattolico e gli insegnanti devono essere nominati dallo Stato e non dalla Chiesa. Un altro passaggio potrebbe essere quello di recuperare l’Ici non versata dalla Chiesa: sarebbe un guadagno di 13-14 miliardi per il popolo italiano.
Il ruolo della Chiesa non può essere che quello di guida: una struttura umana in grado di consigliare e aiutare l’uomo, non un’autorità legislatrice. La ragione per essere guidata ha bisogno di coerenza, di potersi fidare di un certo ideale: la scienza non è che questo, la religione dunque non può che trarne beneficio.
In un pezzo scritto l’1 dicembre 1957, subito dopo il lancio del primo satellite sullo spazio, avvenuto il 4 ottobre 1957, Gustavo Bontadini si interroga sul rapporto tra progresso scientifico e genere umano. Tra i vari appelli alla popolazione Occidentale affinché stia al passo con i Sovietici, il filosofo italiano arriva a trattare il rapporto tra scienza e religione commentando le parole di papa Pio XII.
Ecco le parole del pontefice analizzate da Bontadini: «Il dovere di riconoscenza per i meriti ed il lavoro degli avi genera molto spesso una preferenza istintiva verso certe forme di vita e di pensiero, un attaccamento ad alcuni privilegi, che non hanno sempre o che non hanno più ragione di essere di fronte a nuovi obblighi creati dalla evoluzione rapida e profonda del mondo moderno.» (Papa Pio XII, Discorso ai delegati della C.E.C.A.) Bontadini si trova d’accordo con le parole del papa: è necessario un profondo ripensamento a livello pedagogico per poter rimanere al passo con l’avanzamento tecnologico sovietico. Ecco quindi che appare necessaria una trasformazione: da un sistema scolastico d’impronta classica, ad un programma ricco di materie scientifiche. Il suggerimento arriva da un filosofo come Bontadini che più di ogni altro ha a cuore la metafisica, eppure vede questo cambiamento come necessario. La metafisica, così come la religione, non potranno che trarne vantaggio, in quanto, per tutelare la fermezza della verità eterna, «è necessario svincolare la verità metafisica da tutte le responsabilità impertinenti, da tutti i legami inautentici che le sono stati posti nei secoli.» (Gustavo Bontadini, Appunti di filosofia)
Chi desidera il progresso dell’uomo vuole un suo effettivo sviluppo in tutte le sue aree che lo compongono. È importante quindi differenziare l’ambito di ricerca tra la religione e la scienza, per poter così ottenere un effettivo miglioramento di entrambe. Non sta quindi alla religione occuparsi dei moti della Terra, ma allo stesso tempo i moti della terra non ha senso che vengano studiati se non sono inseriti in una dimensione metafisica che spieghi la posizione dell’uomo rispetto all’essere. «Chi ama la religione deve desiderare soprattutto che sia liberata dai carichi che non le spettano. Chi ama il cristianesimo deve operare perché esso si presenti agli uomini tutti in guisa tale che debba essere accettato o rifiutato per se stesso, e non per quello che gli viene estrinsecamente congiunto.» (Ivi)
In conclusione di questo scritto, Bontadini non può che sottolineare l’importanza di un’autentica sensibilità religiosa. La tecnica è progresso illimitato, è legge del più forte, è strumento che permette all’uomo di realizzare i propri interessi. Mano a mano che la tecnica avanza si prende possesso dell’uomo e lo porta dove vuole lei. La coscienza religiosa spinge l’uomo alla ricerca di Dio, portandolo a confrontarsi e ad avere bisogno dell’altro, della comunità. Queste due tendenze non possono che collidere tra di loro: il dominio del singolo contro il dominio del bene. La religione non può che recitare una parte fondamentale in questo gioco e, tolte le divulgazioni negli ambiti che non le appartengono, può concentrarsi in modo più efficace sul suo obiettivo.
« [L’uomo dotato di sensibilità religiosa] ha potuto vincere la seduzione della tecnica rendendosi conto dell’insuperabile divario che corre tra ciò che la tecnica ̶ presa nel più ampio senso, e quindi anche come tecnica della vita associata ̶ offre e promette e ciò che la coscienza religiosa chiede. » (Ibidem)
26 agosto 2019
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