Michel Foucault in Nascita della biopolitica ha identificato l’atto di nascita del neoliberismo nel Convegno Walter Lippmann, tenutosi a Parigi dal 26 al 30 agosto 1938, organizzato in seguito alle difficili condizioni politiche, sociali ed economiche venutesi a creare dopo il primo scontro mondiale.
di Tommaso Catucci
Per neoliberismo si intende una particolare arte di governo costituita da un insieme di dottrine, politiche ed economiche, che agiscono, nella società contemporanea, attraverso una serie di dispositivi o tecnologie di potere. Michel Foucault in Nascita della biopolitica ha identificato l’atto di nascita del neoliberismo nel Convegno Walter Lippmann, tenutosi a Parigi dal 26 al 30 agosto 1938, organizzato in seguito alle difficili condizioni politiche, sociali ed economiche venutesi a creare dopo il primo scontro mondiale. Secondo i teorici del neoliberismo, per la ripresa dell'economia europea, era opportuno realizzare una rifondazione del liberalismo classico (una dottrina economica e politica elaborata nel XVIII secolo) per mezzo di una nuova concezione del governo e del mercato.
Il cambiamento radicale tra la dottrina politica liberale e quella neoliberale si manifesta tramite una diversa modalità di intendere l’intervento del governo e il potere dello Stato. Mentre la dottrina liberale prevedeva la realizzazione della libertà individuale, cercando – come suggerisce Foucault – di limitare il più possibile l’intervento del governo attraverso saperi come il diritto e l’economia politica, i neoliberali, d’altra parte, si chiedono in che modo il governo può e deve agire per non ostacolare le libertà individuali. In entrambe le concezioni il potere della legge assume un valore rilevante: infatti, mentre nel liberalismo classico il diritto cercava di limitare l’operato del governo, per mezzo di un meccanismo compensatorio in cui all’eliminazione di una libertà ne veniva creata immediatamente un’altra, nel neoliberismo il compito della legge consiste nel distinguere gli interventi legittimi da quelli illegittimi dello Stato, assicurando al soggetto uno spazio entro il quale egli può liberamente muoversi nel rispetto delle regole e delle norme.
Per quanto riguarda la concezione economica del neoliberismo, la teoria del libero mercato è generalmente associata al concetto della concorrenza generalizzata.
In realtà, la differenza fra il liberismo e il neoliberalismo non consiste tanto nella concorrenza, quanto nel fatto che se per i primi essa era un fattore naturale, una legge che indipendentemente dagli uomini regolava il mercato, per i secondi è un ambiente che va continuamente prodotto: questo verrebbe a essere il nuovo compito dello Stato. Cioè sembra si tratti di levare di mezzo la legislazione che intralcia questo continuo nascere e perire di privati durante gli inevitabili scontri sul mercato.
« Procede, come tutti i giochi, secondo determinate regole che guidano le azioni degli individui che vi partecipano, i cui intenti, capacità e conoscenze sono diversi, con la conseguenza che il risultato sarà imprevedibile e che ci saranno inevitabilmente vincitori e vinti. » (F.A. von Hayek, Legge, legislazione e libertà)
In conclusione, l’evoluzione delle tecnologie di governo e delle dottrine politiche ed economiche ha portato ad un cambiamento antropologico nel quale l’individuo è, richiamando il significato della parola greca kybernao e di quella latina gubernator, pilotato e diretto verso una nuova forma di soggettività in cui, all’uomo interessato della tradizione liberale, viene sostituito l’attuale soggetto manageriale ed imprenditoriale neoliberista. Dunque, alla base del congegno neoliberale non c’è solamente un cambiamento di tipo politico ed economico a livello mondiale, ma anche una più profonda trasformazione antropologica.
2 settembre 2019
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