Il fenomeno dei bitcoin costituisce un argomento controverso: molti li lodano considerandoli “il futuro”, altrettanti ci puntano il dito contro, definendoli illegali. Tuttavia esso rappresenta un esempio fondamentale di ricerca di libertà e di conseguenze ad essa correlate.
di Anna Favero
Da milioni di anni gli esseri umani cercano metodi efficaci per cooperare tra loro, in una corsa inesauribile alla sopravvivenza. In assenza di credenze comuni, valori e obiettivi su cui basare le proprie scelte, l’unica certezza sarebbe il caos. Sin dai tempi degli uomini primitivi, fino ai nostri giorni, la convivenza umana ha sempre richiesto l’utilizzo di “patti” tra gruppi, nel tempo sempre più ampi, per coordinare con successo gli individui in modo da non doversi considerare, come singolo, nemico di fronte ad un altro. Sebbene le leggi abbiano un ruolo fondamentale e siano volte al benessere dei cittadini, molti di questi cercano costantemente nuove modalità per sfuggire alle regolamentazioni e guadagnare in modo illecito ricchezze e potere. L’elemento, che nella maggior parte dei casi ci spinge a comportarci in un modo piuttosto che in un altro, è il controllo al quale siamo sottoposti e il timore di una punizione. Benché il controllo sia fondamentale per mantenere l’ordine, nella nostra società siamo continuamente seguiti e osservati da enti che approfittano della loro posizione per ricavarne vantaggi.
Un fatto molto recente muove proprio dalla ricerca di autonomia e libertà. Il fenomeno dei bitcoin costituisce un argomento controverso: molti li lodano considerandoli “il futuro”, altrettanti ci puntano il dito contro, definendoli illegali. A prescindere da chi abbia ragione, è tuttavia innegabile che tale fenomeno rappresenti un esempio fondamentale di ricerca di libertà e delle sue conseguenze. Il bitcoin è una criptovaluta digitale, ovvero una moneta virtuale da spendere liberamente come semplice denaro. Da qualche anno gran parte della popolazione si è abituata a fare acquisti online con monete centralizzate. Ciò che invece caratterizza e rende rivoluzionaria questa nuova moneta, il bitcoin, è la sua indipendenza da banche centrali, governanti o dittatori: ciascuno ha la libera gestione del proprio denaro senza imposizioni di tasse o restrizioni. Il sistema si pone perciò come principale obiettivo l'indipendenza da autorità centrali, le quali vorrebbero esercitare il loro controllo, acquisendone in parte il possesso, per preservare la sicurezza generale. Per attuare il distacco, viene utilizzata la blockchain, un registro contabile aperto a tutti, nel quale sono inserite tutte le transazioni, ma senza nominativi o possibilità di rintracciamento.
Idealmente il bitcoin costituirebbe un’arma per la libertà, un sistema organizzato in modo geniale per garantire sicurezza senza interferenze esterne, nel quale tutti hanno il controllo di tutto. Tale sistema, inserito nella società, risulta però un concetto utopistico. In assenza di supervisione stretta su ogni soggetto, la domanda che sorge è: «Ha senso fare il bene se nessuno può punirmi?». Più bitcoin si sviluppa, più criminali ne fanno uso, in particolare per traffici illeciti che non lasciano tracce.
Una volta acquistata la libertà, pochi sono coloro che se ne fanno carico e la sfruttano in modo corretto: la società dimentica i valori sulla quale si basa e si apre alle più spregevoli ingiustizie.
In questo senso, Giuseppe Mazzini ne I doveri dell’uomo, riferendosi alla Dichiarazione dei diritti dell’uomo scrive:
« Tutti i lavori dei filosofi che ci lavorarono furono fondati sopra una teoria di libertà, sull’insegnamento dei propri diritti ad ogni individuo […] la libertà fu conquistata: durò per anni in molti paesi: in alcuni ancora dura. La condizione del popolo ha migliorato? […] No: la condizione del popolo non ha migliorato; ha peggiorato e anzi peggiora in quasi tutti i paesi. »
Evidenziando la dipendenza della libertà da qualcosa di più forte:
« Certo esistono diritti; ma dove i diritti di un individuo vengono a contrasto con quelli di un altro, come sperare di conciliarli, di metterli in armonia, senza ricorrere a qualche cosa superiore a tutti i diritti. »
La società e gli individui che la compongono si basano su valori etici e morali, in assenza dei quali regnerebbe il disordine e l’ingiustizia. Il problema nasce nel momento in cui, per disparate ragioni, vengono abbracciati valori effimeri quali la ricchezza e il potere, con un conseguente abbandono dei princìpi originari e veri. Se l’uomo ne avesse una piena comprensione, non potrebbe mai agire contro di essi, a prescindere dai vantaggi momentanei che potrebbe trarne. La poca comprensione dei valori, e il comportamento che ne consegue, è la causa principale del fallimento di gran parte dei sistemi, i quali, per quanto possano essere ben realizzati, possono sempre essere utilizzati in modo scorretto. La ricerca di rivoluzionare l'attuale sistema economico-finanziario attuale non può eludere la questione morale.
16 gennaio 2018
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