Il senso di colpa come amore per l'Altro

 

Il senso di colpa, sentimento umano, rivela nel profondo un Amore incondizionato e sublime nei confronti dell’Altro, concepito come complementare a se stessi. 

 

di Alessandra Zen

 

T. de Lempicka, "Il turbante verde" (1930)
T. de Lempicka, "Il turbante verde" (1930)

 

Sicuramente ciascuno di noi avrà provato, in diverse occasioni della vita, il sentimento del senso di colpa, che si origina nel momento in cui il soggetto diviene consapevole della sofferenza provocata ad altre persone a causa di un’azione scorretta e negativa. Si evince come il senso di colpa derivi da un intreccio di dispiacere empatico, di coscienza di sé e di attribuzione a sé di un comportamento dannoso. Il senso di colpa si manifesta, infatti, come una riprovazione nei confronti di sé stessi

 

Il senso di colpa risulta essere intimamente connesso con l’empatia per la ragione che esso scaturisce dal riconoscimento della sofferenza altrui; ciò che, però, distingue il senso di colpa dall’empatia è il fatto che il primo viene provato quando il soggetto è consapevole che la sofferenza altrui è la causa di una propria azione, mentre l’empatia consiste nel percepire come propri i sentimenti e gli stati d’animo delle altre persone. La differenza profonda che si instaura fra senso di colpa ed empatia deriva, quindi, dal fatto che nel senso di colpa si assiste a una reale consapevolezza del proprio comportamento attuato, e ciò implica che il soggetto abbia compreso la negatività delle sue azioni e le conseguenze che esse hanno provocato negli altri. La riprovazione che nasce verso se stessi che scaturisce dal senso di colpa funge da deterrente affinché l’azione negativa non venga ripetuta nuovamente dal soggetto. Nell’empatia, invece, il soggetto comprende e prova gli stessi stati d’animo ed emozioni di un’altra persona, stati d’animo che non risultano essere la causa di una particolare azione negativa del soggetto che prova empatia. 

 

Paul Gauguin, "Three Tahitians" (1899)
Paul Gauguin, "Three Tahitians" (1899)

 

Nel meccanismo del senso di colpa si palesa un Amore verso l’Altro, poiché la sofferenza che l’individuo stesso prova è il frutto del riconoscimento dell’Altro come propria immagine speculare, come persona che possiede pensieri, idee e sentimenti tali e quali ai propri. Di fronte a tale consapevolezza, l’uomo non può che essere condotto a provare il sentimento più alto e sublime, ossia l’Amore. Rievocando il principio evangelico “ama il prossimo tuo come te stesso”, non vi può essere amore per se stessi se tale amore non viene rivolto a chi è simile a noi. 

 

Una domanda che viene spontaneo chiedersi è se il senso di colpa sia innato o meno. Delle ricerche di matrice psicologica, in particolare dello studioso Martin Hoffman, hanno dimostrato che il senso di colpa si sviluppa già in tenera età, a partire dagli interventi disciplinari dei genitori; si tratta di interventi indispensabili affinché l’attenzione del bambino venga focalizzata sul comportamento attuato e sulle conseguenze provocate da tale comportamento. Si evince come il senso di colpa non risulti qualcosa di innato, bensì come sia il frutto di un processo educativo, processo che non si arresta mai in quanto la riflessione sul proprio agire è in costante evoluzione. Secondo gli studiosi, il metodo più efficace per la formazione del senso di colpa è quello basato sull’induzione, il quale si fonda sul dialogo. Tale dialogo concerne lo sbaglio del bambino e le modalità per risolvere tale sbaglio, focalizzando l’attenzione del bambino sulla vittima del suo comportamento. Questa tecnica permette di suscitare il dispiacere empatico, il quale, combinandosi con l’attribuzione a sé della sofferenza della vittima, diventa senso di colpa

 

Si palesa, conseguentemente, l’importanza dell’educazione e del dialogo, strumenti che consentono di concepire l’Altro come il riflesso e l’immagine complementare di se stessi. Nel momento in cui l'individuo si immedesima nella vita psichica di un'altra persona, comprende l'entità dei sentimenti e degli stati d'animo provati e, per tale ragione, sarà indotto a non compiere azioni che possano ledere l'integrità emotiva dell'Altro. Il dialogo svolge una funzione essenziale, in quanto è solo palesando i propri pensieri che un'altra persona può giungere a comprenderli. Tramite il dialogo avviene un rispecchiamento nell'Altro, rispecchiamento che conduce il soggetto a conoscere meglio sé stesso

 

Marc Chagall, "Les Amants au ciel rouge" (1950)
Marc Chagall, "Les Amants au ciel rouge" (1950)

 

In conclusione, quindi, risulta possibile asserire che, a differenza di quanto comunemente si pensi, il senso di colpa non deve essere concepito come qualcosa di negativo nei confronti di chi lo prova, bensì come la manifestazione più sublime dell'Amore che lega indissolubilmente fra loro tutti gli uomini. 

 

19 luglio 2019

 








  • Canale Telegram: t.me/gazzettafilosofica