Effetto Dunning-Kruger: come l’ignoranza diventa inconsapevole e presuntuosa

 

So di non sapere: questa era stata la risposta di Socrate quando l’oracolo di Delfi lo giudicò essere il più saggio tra tutti gli uomini. Questa concezione non si è mai diffusa nella mentalità della popolazione e tutt’oggi persiste un’ideologia che non pone l’ignoranza alla base del processo cognitivo, rendendola, di fatto, inconsapevole.

 

di Davide Zambon

 

 

Come asserito da Bertrand Russell in una sintesi efficace, «una delle cose più dolorose del nostro tempo è che coloro che hanno certezze sono stupidi, mentre quelli con immaginazione e comprensione sono pieni di dubbi e di indecisioni».

 

Sapere quanto si è competenti in un determinato campo è un’abilità che richiede esperienza e una comprensione approfondita delle proprie capacità, ma soprattutto è necessario essere a conoscenza della moltitudine di informazioni che è possibile apprendere e indagare per ogni sfera del sapere. Sebbene possa sembrare una competenza di base, l’autovalutazione personale porta, il più delle volte, a giudicare se stessi in modo erroneo, tralasciando i propri limiti ed errori. Il fenomeno di sopravvalutarsi è riscontrabile in molti ambiti della vita quotidiana. Per citare un esempio, in uno studio è emerso che il 93% dei guidatori americani ritiene di possedere capacità di guida superiori alla media. Questo non è un caso isolato e in ogni ambito si riscontrano persone che si sopravvalutano: frequentatori di bar che criticano l’ultima legge di bilancio considerandosi ferrati di politica, mamme no-vax che ritengono di possedere un livello di preparazione pari a quello di un medico qualificato, presunti esperti di calcio che non hanno mai praticato questo sport a livello competitivo, milioni di utenti del web che credono di avere la risposta a ogni problema, pseudoscienziati sostenitori del terrapiattismo, etc.

 

L’incapacità di giudicare se stessi in modo coerente con il proprio reale livello di preparazione è stata studiata da Justin Kruger e David Dunning, due psicologi sociali della Cornell University. Per verificare le loro ipotesi sottoposero un test di autovalutazione ad alcuni studenti universitari riguardo le loro capacità di ragionamento logico, grammaticale e umoristico. Successivamente gli stessi studenti furono invitati a eseguire delle prove per verificare le loro reali competenze in quegli ambiti. I risultati di questi studi furono pubblicati nel 1999 nel saggio Unskilled and unaware of it: How difficulties in recognizing one’s own incompetence lead to inflated self-assessments, nel quale i due scienziati evidenziarono che «i partecipanti appartenenti all’ultimo quartile della classifica per quanto riguarda i risultati dei test su umorismo, grammatica e logica, sovrastimavano di molto il proprio livello di performance e di abilità. Sebbene i punteggi li accreditassero nel 12° percentile, essi reputavano di essere nel 62°». Emerse quindi che il gruppo di studenti non competenti sopravvalutava il proprio livello, mentre quello degli studenti competenti tendeva a valutare correttamente, se non addirittura sottostimare, le proprie conoscenze.

 

 

Alla luce di quanto detto è possibile definire l’effetto Dunning-Kruger come una distorsione metacognitiva, che porta individui con poca o nessuna conoscenza in un determinato ambito a non accorgersi della loro incompetenza e dei loro limiti in quell’argomento. Questa situazione va ben oltre la fiducia in se stessi tanto da provocare un’illusione di superiorità che rende cieche le persone di fronte ai loro errori, causando un’incapacità di rivedere le proprie abitudini, i propri comportamenti e le proprie convinzioni. Come conseguenza vi è la pressoché totale assenza di dubbio negli ignoranti, i quali non sono propensi ad ampliare le loro conoscenze e rifiutano in maniera sistematica di ritornare sui propri passi.

 

«L’ignoranza genera fiducia più spesso della conoscenza», scrive nell'Orgine dell'uomo Charles Darwin. La mancanza di dubbio a opera di chi ritiene di “sapere già” si contrappone all’atteggiamento del filosofo greco Socrate il quale, nonostante fosse considerato da molti il più saggio tra tutti gli uomini, si giudicava ignorante, in quanto ammetteva di non possedere nessuna verità assolutamente vera e che aveva ancora molto da conoscere. Alla base del pensiero socratico vi è la convinzione di sapere di non sapere. Proprio questa concezione si pone alla base del processo scientifico, il quale si attua attraverso una continua messa in discussione delle attuali teorie per giungere a formulazioni sempre più complete e meno contraddittorie. Più in generale, l’ammissione della propria ignoranza è fondamentale nel processo cognitivo di ogni individuo: solo attraverso la continua revisione delle proprie idee e di ciò che si ha imparato è possibile apprendere nuove conoscenze e aumentare il proprio livello di saggezza.

 

 

Le persone vittime dell’effetto Dunning- Kruger, oltre a non riuscire a stimare correttamente il proprio livello di competenza, non si rendono conto degli errori che commettono. Questo avviene perché la loro mente tende a confermare ciò che già sa, selezionando solo quelle informazioni che vanno a sostegno delle loro tesi. Coloro che ragionano in questo modo il più delle volte non cambiano idea neppure davanti alle evidenze e cercano di imporre le proprie opinioni. Una mentalità chiusa di questo tipo tende a creare conferme in se stessi e porta ad autovalutarsi superiori rispetto agli altri, che vengono ritenuti incompetenti o ignoranti. 

 

« Il saggio sa di essere stupido, è lo stupido invece che crede di essere saggio. » (W. Shakespeare, Come vi piace)

 

L’errata valutazione delle proprie competenze è sempre esistita, sia nell’antichità, che nel recente passato. Al giorno d’oggi, però, la situazione si sta rivelando molto più complessa da gestire rispetto al passato. Lo sviluppo tecnologico ha incrementato la diffusione di informazioni e migliorato i modi di comunicare, soprattutto grazie a strumenti come i social network e internet. Tuttavia, queste innovazioni molte volte sono utilizzate in modo spropositato da coloro che sono vittime dell’effetto Dunning-Kruger, i quali non si limitano soltanto a rifiutare qualsiasi consiglio o idea alternativa, ma, mossi da un senso di presunta superiorità, ritengono necessario diffondere e sostenere le loro idee indubitabili. Come ha detto Umberto Eco, «i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli», i quali si fanno portavoce di notizie false che sostengono oltre ogni limite. La circolazione di informazioni sbagliate evidenzia come l’effetto Dunning-Kruger sia un problema sociale e non individuale, in quanto genera tra la popolazione numerosi problemi nel riconoscere la validità della fonte da cui ci si informa.

 

 

L’effetto Dunning-Kruger rappresenta un problema da cui è difficile, ma non impossibile uscire. Analizzando il grafico è possibile notare come per riconoscere i propri errori e la propria ignoranza sia necessaria almeno una conoscenza di base dell’argomento in questione. Nel loro articolo i due scienziati evidenziarono che «le abilità che generano competenza in un dato campo sono spesso le stesse abilità richieste per poter valutare [in maniera accurata] la [propria] competenza [e quella altrui] nello stesso ambito». L’unico modo per potersi valutare in modo sempre più corretto consiste nella continua ricerca di nuove conoscenze da ampliare alle precedenti. Questo processo si può attuare solo con la consapevolezza che qualsiasi cosa si apprenda non è mai definitiva, ma rappresenta il punto di inizio di un lungo processo attraverso il quale l’uomo cerca di giungere a una conoscenza sempre più approfondita di se stesso e della realtà che lo circonda.  

 

29 marzo 2020

 




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