A partire da settembre 2021 la filosofia verrà insegnata all'ultimo anno di tutte le scuole francesi che vorranno aderire al progetto.
Le sperimentazioni proposte negli anni precedenti, attive per esempio a Tolosa dal 2017, hanno ottenuto riscontri assai positivi, sia da parte degli insegnati che da parte delle studentesse e degli studenti.
Finalmente, dicono, come riporta Le Monde, è possibile affrontare delle tematiche partendo dalle domande che li riguardano più da vicino – come, per esempio, quella sulla felicità – e con un approccio che permette loro di esprimere il proprio parere, ma che li mette nelle condizioni di riflettere e di vedere il mondo da un altro punto di vista.
Gli insegnanti, dal canto loro, sottolineano l'impegno argomentativo dei ragazzi e una certa salutare genuinità nel porre le domande che è la base del ragionamento filosofico.
Per le scuole si tratta di una nuova misura che rimedia a una concezione elitaria presente ancora in Italia, secondo la quale certi studi sarebbero da riservare solo ad un certo tipo di istruzione superiore. Privando così molti della possibilità di fare esperienza di che cosa significhi il confronto per mezzo di un dibattito razionale, che sottoponga alla possibilità di essere confutati e spinga all'esigenza di chiarezza e approfondimento, facendo emergere la complessità dell'esistenza e di quanto era dato per scontato.
Tale approccio filosofico è fondamentale per formare la persona e il cittadino: privarne la possibilità oggi si mostra chiaramente come una discriminazione. Un’esperienza di filosofia non deve essere riservata solo ad alcuni privilegiati, ma deve divenire un diritto per tutti.
Così si è espresso il presidente dell’associazione di promozione dell’insegnamento della filosofia Acireph, Fréderic Le Plaine: «Tenere gli alunni dei professionali a distanza da una disciplina come questa che ha in sé una vocazione universalista e emancipatrice è ingiustificabile».
Auguriamoci che anche in Italia presto lo si capisca.
13 marzo 2021
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