L'idea platonica non è neutrale, ma non sta con nessuno.
Nell'ambito della prassi, della morale, errore è fare qualcosa che ci allontani dal nostro fine, obiettivo, bene.
L'insegnante sbaglia se non ottiene un risultato possibile, un risultato che avrebbe potuto ottenere se fosse stato più accorto, se avesse avuto quella conoscenza che purtroppo non aveva nel momento in cui ha agito. Chi agisse senza errore, incarnerebbe, rappresenterebbe l'idea platonica, l'ideale dell'insegnante.
Ciascuno di noi quando insegna vorrebbe corrispondere all'ideale dell'insegnante – precisamente al migliore insegnante che si può essere in quelle circostanze. Ciascuno di noi, nella vita, vorrebbe corrispondere all'ideale di essere umano – precisamente a quell'essere umano che le sue peculiarità gli consentono di essere.
L'insegnante infallibile e l'essere umano infallibili rappresentano il modello di cui siamo alla ricerca. Lo costruiamo passo dopo passo, con l'incremento della conoscenza. Se fosse incarnato da qualcuno, dovremmo volere stare sempre dalla sua parte.
Ma nessuno degli esseri umani finiti corrisponde al modello, all'idea intesa come ideale. Così, innanzi a un problema, a un conflitto, ecc. non è appropriato schierarsi con una certa persona, un certo partito, un certo Paese, perché ciò comporterebbe ritenere la sua infallibilità, la perfezione di ogni sua scelta. Innanzi a un conflitto si tratta di comprendere e scegliere i gesti, le azioni migliori che favoriscano il fine, il bene. Non si tratta di stare incondizionatamente con Tizio o con Caio, ma piuttosto con certi ragionamenti dell'uno e dell'altro, sviluppando verso il meglio i loro stessi ragionamenti e individuando i loro stessi errori.
Obiettare qualcosa all'uno di essi non significa concordare con l'altro, segnatamente con tutti i ragionamenti e le azioni dell'altro. E, viceversa, convenire con qualcosa dell'uno non significa rigettare qualsiasi cosa della controparte. Schierarsi con l'uno o con l'altro significherebbe dunque schierarsi anche con la parte erronea che è in esso; e non riconoscere la parte vera, ragionevole dell'altro.
Se tutto dell'altro venisse considerato irragionevole, da rigettare, folle, l'individuazione dell'ideale verrebbe preclusa, preclusa nell'arroccamento della propria presunzione, della propria indiscutibile infallibilità, dell'infallibilità di colui con cui ci si schierarsi.
Attestata l'insensatezza della infallibilità, diventa insensato schierarsi totalmente con persone, fazioni, Stati, ecc. Schierasi così significa abbracciane anche gli errori, precludendosi la possibilità di migliorare, che consiste proprio nel superamento degli errori.
Schierasi demonizzando uno dei due rivali significa alimentare il conflitto e dare come possibilità l'annientamento dell'avversario, in quanto identificato in toto con l'errore.
Questo è l'insegnamento fondamentale di Platone: guardare al modello, all'ideale; che non sta in questa terra ora, ma in un mondo al di là, di là da venire. Schieriamoci, dunque, ma con quelle azioni che consentano di approssimarvici, propiziando ciò che in ciascuna fazione potrà contribuirvi.
Proprio perché ripudiamo la guerra e la violenza, dobbiamo criticare e sfavorire i gesti, gli atteggiamenti, i toni che le alimentino.
Ogni presa di posizione incondizionata non favorisce nessuna delle parti contrapposte, poiché favorisce la contrapposizione stessa.
27 marzo 2022
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