Il problema dell’esperienza lasciato in sospeso da Kant nella Critica della ragion pura testimonia una fase di apertura verso nuove scoperte filosofiche riprese da filosofi moderni appartenenti alla nuova corrente filosofica empiriocriticista fondata nella seconda metà dell’Ottocento da Mach e Avenarius. La teoria dell’esperienza di matrice empiriocriticista pone al centro della questione il dialogo costante con le scienze, e in particolar modo la psicologia sperimentale e la fisiologia secondo Avenarius hanno lo scopo di comprendere il funzionamento del pensiero umano.
Se per Sartre l’uomo non dipende da Dio e la verità la crea da sé, per Descartes l’uomo non crea la verità ma l’attinge da Dio e solo così l’uomo può condurre un’esistenza “perfetta”. Sartre aderisce alla concezione cartesiana del libero arbitrio ma non la riferisce a Dio, bensì all’uomo.
De Martino ne La terra del rimorso porta a una sintesi la sua visione del mondo occidentale e della cultura contadina, piegando alle sue necessità da antropologo anche gli strumenti della psichiatria e dall’esistenzialismo a lui coevi.