Probabilmente ciò che sto per dire è ridicolo, eppure confesso di sognare un mondo nel quale la lettura si fa respiro, un movimento naturale della nostra mente ed un incontentabile desiderio dell’anima, stanca della ripetizione quotidiana del gesto che, mosso da uno sguardo assente, si sottrae dal significato. Perché – vorrei chiedere all’uomo in camicia e cravatta – ogni mattino ti svegli per dirigerti in ufficio, se il tuo lavoro s’è fatto grigio e scrostato dal senso come le pareti del magazzino destinato a raccogliere cataste di raccoglitori di carta inutilizzabile? Ed è giusto che, una volta tornato a casa, annoiato dalla TV ti rivolgerai alla letteratura al solo fine di "distrarre" la mente dal pensiero fisso di calcoli e banconote impenetrabili? La lettura è soltanto un’oasi in cui rifugiarsi per qualche ora, oppure c’è dell’altro?




Con Hegel oltre Hegel: questo il compito che L’ethos del riconoscimento si propone. Il testo di Lucio Cortella, edito recentemente da Laterza, vuole portare una tesi forte: il riconoscimento è l’originario, il fondamento della società, della morale, della libertà, e insomma di tutto ciò che compone il tessuto etico – la dimora – dell’individuo.



di Stefano Protano


Si è soliti sottrarre valore alla disciplina filosofica in quanto inutile, come se questa sua riconosciuta inutilità, figlia di una morale capitalistica, potesse intaccare la sua ben presente e riconoscibile potenza culturale. Mai come nell'era attuale si pone, forte e chiara, una domanda; una questione esistenziale di fondamentale importanza per tutti i filosofi: perché filosofare?




Le trasformazioni avvenute nel mondo naturale a causa dell’azione dell’uomo sono oggi motivo di grande preoccupazione sia per la comunità scientifica che per la comunità sociale. Il declino della biodiversità, la distruzione di interi ecosistemi, l’inquinamento delle catene alimentari, fino ad arrivare agli effetti dell’innalzamento delle temperature, sono tutti fenomeni che rientrano nella nuova epoca dell’Antropocene. A tal riguardo la filosofia e la storia delle idee possono ancora svolgere un ruolo determinante per il dibattito pubblico, ricordando l’insegnamento di filosofi ed evoluzionisti del passato. 



di Riccardo Rinaldi


Una riflessione su Han, Heidegger e il ruolo dell’io nella letteratura contemporanea.




Si può definire la noia come un semplice stato d’animo o è qualcosa di più e tocca da vicino la nostra esistenza? Diversi sono i filosofi che hanno tratto questo tema, fra questi Blaise Pascal, filosofo del ‘600 che, oltre a scommettere sull’esistenza di Dio, ci offre una visione della noia veramente interessante. 






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